OGGETTO: Refezione scolastica: un momento di educazione alimentare documento redatto unitamente al Dott. Luigi Silvestri specialista in scienza dell’alimentazione e dietetica.
L’esigenza di educare i bambini a corrette abitudini alimentari è molto sentita: tutti ormai sono a conoscenza delle sempre più evidenti relazioni tra alimentazione e salute.
Nei bambini in particolare la possibilità di crescita disarmonica, con ripercussioni sullo sviluppo psicofisico, nonchè la predisposizione a varie malattie, in relazione ad errate scelte alimentari, rendono ancora più importante la ricerca di quelle soluzioni atte a migliorare il futuro.
Di fatto accade che l’alimentazione dei bambini si va facendo sempre più improvvisata e disordinata, condizionata anche da pressioni pubblicitarie e di mercato; le famiglie a volte non sono più in grado di valutare e scegliere gli alimenti in base alla loro importanza nutrizionale, ma solo in base ai criteri di praticità, comodità, convenienza.
La Refezione scolastica, fornendo 5 pasti sui 14 settimanali, può essere un “momento” di riequilibrio nutrizionale e un punto di partenza per un miglioramento delle scelte alimentari del bambino e della famiglia.
Il pasto consumato a scuola esplica quindi due funzioni di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo del bambino: la funzione nutrizionale e la funzione educativa.
Attenzione va tuttavia prestata ai gusti dei bambini, realizzando combinazioni alimentari di gusto gradevole e di aspetto attraente; data la nota difficoltà con cui i legumi, pesce, verdura sono accettati dal bambino, non si può prescindere da un’adeguata abilità gastronomica di coloro che sono deputati alla preparazione dei pasti della Refezione scolastica.
È necessario inoltre porre l’accento su alcuni errori alimentari, connessi alla colazione e ai “fuori pasto”, che possono compromettere il gusto da parte del piccolo di consumare il pranzo a scuola: una scarsa colazione al mattino provoca precoce senso di fame e di vuoto nello stomaco, e ridotta concentrazione; il conseguente spuntino troppo abbondante a metà mattino diminuisce l’appetito portando a un pranzo insufficiente, quindi a una merenda pomeridiana troppo ricca; il risultato finale è un’alimentazione squilibrata.
Il pasto a scuola va anche “usato” per insegnare ai bambini a mangiare e a conoscere gli alimenti; in un gruppo essi accettano piatti che a casa non assaggerebbero mai.
I bambini mangerebbero solo pastasciutta, cotoletta e patatine fritte e con questi piatti la maggior parte dei problemi della refezione scolastica crollerebbero di colpo; ma è meglio che non si abituino a considerare il cibo solo sotto l’aspetto del piacere, anche se il concetto di salute è per i bambini un concetto assai lontano.
È indispensabile la collaborazione e la partecipazione degli insegnanti, delle famiglie e del personale addetto alla mensa, al progetto educativo; è necessaria la loro disponibilità a correggere errori, pregiudizi, equivoci.
Il principio guida del menù è lo stesso della “Dieta Mediterranea”: più cereali, meno carne; quindi anche meno grassi di origine animale, ma più grassi di origine vegetale (olio d’oliva extravergine), si fa presente inoltre, che nel corso di questi anni si è raggiunto quasi la totalità dell’uso di prodotti biologici.
Una raccomandazione alle famiglie, a non far usare le alternative al pasto del giorno ai propri figli, si ricorda che l’alternativa va usata solo se motivata da certificazione medica di patologie particolari come allergie varie o segnalazioni anche verbali da parte degli insegnanti o dai genitori di indisposizioni del giorno stesso o del giorno prima o per motivi culturali e/o religiosi.
Saranno necessari tempo, disponibilità e la convinzione che l’alimentazione è capace di determinare un’ottimale condizione di equilibrio per il nostro organismo così si raggiungerà l’obiettivo finale che è quello di orientare meglio le scelte alimentari del bambino.
Il Comitato Mensa
Nei bambini in particolare la possibilità di crescita disarmonica, con ripercussioni sullo sviluppo psicofisico, nonchè la predisposizione a varie malattie, in relazione ad errate scelte alimentari, rendono ancora più importante la ricerca di quelle soluzioni atte a migliorare il futuro.
Di fatto accade che l’alimentazione dei bambini si va facendo sempre più improvvisata e disordinata, condizionata anche da pressioni pubblicitarie e di mercato; le famiglie a volte non sono più in grado di valutare e scegliere gli alimenti in base alla loro importanza nutrizionale, ma solo in base ai criteri di praticità, comodità, convenienza.
La Refezione scolastica, fornendo 5 pasti sui 14 settimanali, può essere un “momento” di riequilibrio nutrizionale e un punto di partenza per un miglioramento delle scelte alimentari del bambino e della famiglia.
Il pasto consumato a scuola esplica quindi due funzioni di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo del bambino: la funzione nutrizionale e la funzione educativa.
Attenzione va tuttavia prestata ai gusti dei bambini, realizzando combinazioni alimentari di gusto gradevole e di aspetto attraente; data la nota difficoltà con cui i legumi, pesce, verdura sono accettati dal bambino, non si può prescindere da un’adeguata abilità gastronomica di coloro che sono deputati alla preparazione dei pasti della Refezione scolastica.
È necessario inoltre porre l’accento su alcuni errori alimentari, connessi alla colazione e ai “fuori pasto”, che possono compromettere il gusto da parte del piccolo di consumare il pranzo a scuola: una scarsa colazione al mattino provoca precoce senso di fame e di vuoto nello stomaco, e ridotta concentrazione; il conseguente spuntino troppo abbondante a metà mattino diminuisce l’appetito portando a un pranzo insufficiente, quindi a una merenda pomeridiana troppo ricca; il risultato finale è un’alimentazione squilibrata.
Il pasto a scuola va anche “usato” per insegnare ai bambini a mangiare e a conoscere gli alimenti; in un gruppo essi accettano piatti che a casa non assaggerebbero mai.
I bambini mangerebbero solo pastasciutta, cotoletta e patatine fritte e con questi piatti la maggior parte dei problemi della refezione scolastica crollerebbero di colpo; ma è meglio che non si abituino a considerare il cibo solo sotto l’aspetto del piacere, anche se il concetto di salute è per i bambini un concetto assai lontano.
È indispensabile la collaborazione e la partecipazione degli insegnanti, delle famiglie e del personale addetto alla mensa, al progetto educativo; è necessaria la loro disponibilità a correggere errori, pregiudizi, equivoci.
Il principio guida del menù è lo stesso della “Dieta Mediterranea”: più cereali, meno carne; quindi anche meno grassi di origine animale, ma più grassi di origine vegetale (olio d’oliva extravergine), si fa presente inoltre, che nel corso di questi anni si è raggiunto quasi la totalità dell’uso di prodotti biologici.
Una raccomandazione alle famiglie, a non far usare le alternative al pasto del giorno ai propri figli, si ricorda che l’alternativa va usata solo se motivata da certificazione medica di patologie particolari come allergie varie o segnalazioni anche verbali da parte degli insegnanti o dai genitori di indisposizioni del giorno stesso o del giorno prima o per motivi culturali e/o religiosi.
Saranno necessari tempo, disponibilità e la convinzione che l’alimentazione è capace di determinare un’ottimale condizione di equilibrio per il nostro organismo così si raggiungerà l’obiettivo finale che è quello di orientare meglio le scelte alimentari del bambino.
Il Comitato Mensa